Nella bolla di indizione del Giubileo Spes non confundit (9 maggio 2024), papa Francesco ha affermato: «Di segni di speranza hanno bisogno anche coloro che in sé stessi
la rappresentano: i giovani. Essi, purtroppo, vedono spesso crollare i loro sogni. Non possiamo deluderli: sul loro entusiasmo si fonda l’avvenire. […] È triste vedere giovani
privi di speranza; d’altronde, quando il futuro è incerto e impermeabile ai sogni, quando lo studio non offre sbocchi e la mancanza di un lavoro o di un’occupazione sufficientemente
stabile rischiano di azzerare i desideri, è inevitabile che il presente sia vissuto nella malinconia e nella noia».
Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel discorso a conclusione del 2024 ha ricordato che «i giovani sono la grande risorsa del nostro Paese. Possiamo contare
sul loro entusiasmo, sulla loro forza creativa, sulla generosità che manifestano spesso. Abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio, di dare risposte concrete alle loro esigenze,
alle loro aspirazioni».
Sia le parole del Papa sia quelle del Presidente esprimono la consapevolezza del fatto che le giovani generazioni vivono oggi in uno stato di precarietà e incertezza che preclude
lo slancio verso il futuro.
Purtroppo, il frangente storico in cui oggi i giovani vivono (crisi ambientale, politica ed economica internazionale, guerre, disagi sociali…) rende davvero difficile un’apertura
fiduciosa al domani e comporta il rischio che essi cerchino consolazioni che finiscono col comprometterlo gravemente («l’illusione delle droghe, il rischio della trasgressione e
la ricerca dell’effimero» ricorda il Papa nella bolla, tutti gravi rischi di «scivolare in baratri oscuri e […] compiere gesti autodistruttivi»).
Questa consapevolezza deve stimolare la responsabilità del mondo adulto nei confronti dei giovani. D’altro canto, i giovani devono coltivare la speranza, che non va confusa con
un’attesa inoperosa o con inerte fatalismo, ma che è impegno, desiderio e attesa di un bene futuro, pur nell’incertezza.
Raffaello, Speranza, 1507; Roma, Pinacoteca Vaticana.