Il concetto di “Bene comune” è stato al centro della riflessione filosofico-politica sin dall’antichità, e continua a rappresentare il primo principio fondamentale da perseguire per la costruzione di una società giusta e solidale. Ma cosa significano esattamente “bene” e “comune”?
Nell'antica Grecia, pensatori come Aristotele (384-322 a.C.) hanno studiato le condizioni necessarie perché una comunità sociale possa prosperare. Egli individuò tre elementi essenziali: la pace, la sicurezza economica e una condotta morale virtuosa da parte dei cittadini. Questi
capisaldi furono successivamente adottati dai Romani, soprattutto da Cicerone (106-43 a.C.), che vedeva nella partecipazione alla vita politica la più alta aspirazione di un individuo. Per Cicerone, servire la res publica (letteralmente "ciò che appartiene a tutti") era il modo
migliore per realizzare sé stessi come cittadini.
Il filosofo latino Seneca (4 a.C.-65 d.C.) sviluppò ulteriormente questa visione, descrivendo la comunità come un unico corpo formato da più individui. Questa concezione organica della società fu ripresa anche in ambito cristiano da Tommaso d'Aquino (1225-1274), secondo il quale
il Bene comune era così essenziale da poter giustificare persino il sacrificio della vita individuale per la tutela della collettività.
La riflessione sul Bene comune, dunque, non si limita agli aspetti politici ed economici, ma possiede una forte componente etica. Agostino di Ippona (354-430) si era già interrogato su che cosa distinguesse una comunità ben organizzata da una semplice associazione di malfattori,
individuando nella giustizia la differenza fondamentale. In tempi più moderni, il filosofo francese Jacques Maritain (1882-1973) ha sottolineato come il Bene comune non possa essere ridotto a un mero interesse collettivo, ma rappresenti un valore eticamente positivo che garantisce
giustizia e coesione sociale.
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La persona umana non è un essere solitario, ma è creata per stare in relazione con gli altri e vivere in comunità. Secondo la concezione cristiana, l'individuo raggiunge il suo completo essere personale in Cristo, realizzando attraverso di Lui sia la propria identità sia il rapporto d'amore
con le altre creature di Dio. Il concetto di “persona” implica, quindi, una duplice relazione: verticale verso Dio e orizzontale verso gli altri esseri umani.
Il concetto di comunità si lega strettamente a quello di dono e condivisione. Non a caso, il termine "comunità" deriva dal latino cum e munus, che letteralmente significa "con il dono", indicando una prestazione personale gratuita offerta alla collettività. Ma può esistere una vera comunità
senza il principio del dono? Il venir meno della logica del dono nella società moderna è andato di pari passo con l’esaltazione del soggetto rispetto alla comunità: alla communitas si è così sostituita l’immunitas, letteralmente l’“esenzione dal dono”. Il Bene comune, sostituito dagli interessi
dei singoli, non è, dunque, più considerato il valore supremo da perseguire, e le ripercussioni di ciò si sono concretizzate nelle sfide sociali ed economiche che il mondo attuale sta affrontando. Tra esse, una delle più gravi è la crisi della disuguaglianza, la quale, secondo il premio Nobel
Amartya Sen (1933), economista indiano, deve essere affrontata attraverso strategie di cooperazione e solidarietà internazionale, recuperando in parte quella logica del dono che sembra essersi smarrita nella realtà contemporanea.
Il concetto di Bene comune dovrebbe spingere a interrogarsi sulla definizione e sulla natura di temi cruciali come l'uguaglianza, la libertà, i diritti fondamentali, la salute e il benessere collettivo. Questi elementi costituiscono il nucleo di una riflessione che, pur avendo radici antiche,
mantiene la sua attualità nel mondo contemporaneo.
La sfida principale per le società attuali consiste nel ritrovare un equilibrio tra le legittime aspirazioni individuali e la necessità di preservare e promuovere il Bene comune, riconoscendo che una comunità prospera solo quando riesce a coniugare la realizzazione personale con il benessere collettivo.