Ad oggi, il progresso scientifico-tecnologico ha permesso di raggiungere traguardi ritenuti impensabili fino a pochi anni fa. Nel campo delle biotecnologie sono state sviluppate tecniche che consentono di intervenire sulla nascita e sullo sviluppo della vita, prolungandone la durata stessa. Avendo questo grande potere, la scienza deve affidarsi alla coscienza morale e riflettere sui limiti da non superare per garantire il rispetto dell’esistenza umana.

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Da un punto di vista legale, ogni ricercatore, scienziato o medico è tenuto a rispettare il Codice Deontologico del proprio ordine professionale, cioè l’insieme delle norme e dei princìpi che regolano l’esercizio di una professione.
Oltre alle norme deontologiche, anche le riflessioni della bioetica aiutano a scegliere i comportamenti da seguire in casi particolarmente complessi.
La bioetica, pur proponendosi di salvaguardare la vita, non è tuttavia una disciplina univoca: dipende infatti dai valori di riferimento e dalle credenze che ognuno ha.
In termini generali, la bioetica laica si fonda sul concetto della qualità di vita, in base al quale il valore della vita è proporzionale alle condizioni di benessere fisico e mentale (per cui ci sono vite degne di essere vissute e vite che non lo sono), mentre la bioetica cattolica sostiene la sacralità della vita stessa (a prescindere dallo stato di salute psicofisico, ogni vita è degna di essere vissuta).

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Per venire a capo di queste complesse questioni morali, è necessario mantenere aperto il dialogo interreligioso e quello tra religioni e società laica. In quest’ottica, per rafforzare il ruolo dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) nell’ambito etico di portata internazionale, sono stati istituiti in vari Paesi i Comitati Nazionali di Bioetica (CNB), con funzioni di consulenza presso le Istituzioni e informazione nei confronti dell’opinione pubblica sulle questioni etiche emergenti nell’ambito della vita, delle scienze e della cura in genere.

I CNB si occupano di:

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La Dichiarazione universale sulla bioetica e i diritti umani (2005) rappresenta uno dei risultati più significativi di questo impegno, promuovendo il dialogo fra le culture e contribuendo a creare uno spazio di confronto dove diverse prospettive bioetiche possano essere considerate nel rispetto dei diritti umani fondamentali.

Insieme per prenderci cura