È IL FENOMENO DOVUTO ALLA IMPETUOSA CRESCITA DEGLI INTERSCAMBI COMMERCIALI TRA LA FINE DEL XX SECOLO E L'INIZIO DEL XXI SECOLO, CHE HA PORTATO LE ECONOMIE DI TUTTI I PAESI DEL MONDO A UN ELEVATO LIVELLO DI INTERDIPENDENZA
Fra gli aspetti positivi della globalizzazione sicuramente il miglioramento delle condizioni di vita in molti Paesi prima sull'orlo del sottosviluppo.
Pensiamo a quanto è cambiata in meglio l'economia di Cina e India.
Per il consumatore un altro aspetto positivo è legato alla maggiore concorrenza che ha portato alla diminuzione del prezzo di molti beni, di prima necessità come vestiti e scarpe, di largo consumo come l'elettronica
La diminuzione dei prezzi di molti beni è spesso dovuto alla delocalizzazione, cioè allo spostamento della produzione in Paesi dove i salari sono più bassi.
Questo ha comportato la chiusura di molte aziende nei Paesi sviluppati, e la perdita di tanti posti di lavoro
La delocalizzazione conseguente alla globalizzazione ha intensificato il grave problema del lavoro minorile.
Sopratutto le grandi multinazionali, non contente dei salari più bassi dei Paesi dove hanno spostato la produzione, si sono spesso appoggiate al lavoro di ragazzi/e, a volte bambini, costretti a lavorare per aiutare il mantenimento della famiglia
La "fame" di terre per impiantare monocolture, quasi sempre a favore delle multinazionali del settore alimentare; la "fame" di legname pregiato per l'industria del mobile e dell'edilizia; hanno portato vaste aree del globo a perdere o compromettere la loro copertura forestale, polmone verde del pianeta
L'effetto forse più deleterio della globalizzazione è comunque la crescita esponenziale delle disparità sociali, sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo.
Stipendi bassi, disoccupazione, povertà anche minorile si contrappongono a ricchezze fuori da ogni logica