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IL CONCETTO
DI FAMIGLIA




Che cos’è la famiglia?

Sebbene ogni individuo possa coltivare un proprio senso di “famiglia”, il contesto culturale, politico e religioso in cui ciascuno cresce e vive ci spinge a conformare la nostra definizione a una serie di norme condivise.
È importante sottolineare, però, che questo concetto non è immutabile, bensì si trasforma nel tempo e varia tra diverse aree geografiche in base alle esigenze sociali. Nel mondo occidentale riconosciamo come famiglia tradizionale quella nata dall’unione monogama di un uomo e una donna, ma esistono realtà in cui le famiglie sono, ad esempio, poligame. Parimenti, nella nostra cultura concepiamo i figli come responsabilità esclusiva dei genitori, ai quali spetta il compito di educarli e crescerli. Vi sono, tuttavia, tempi e luoghi in cui genitorialità e responsabilità parentali non competono solo alle persone che hanno biologicamente concepito un figlio, ma si estendono all’intera comunità, che considera tutti i bambini figli della collettività.
In base ai criteri che si vogliono adottare, è possibile distinguere un gran numero di modelli familiari. Tra quelli più noti vi sono:

  • la famiglia nucleare, composta da genitori e figli, che rappresenta il modello dominante nelle società individualiste;
  • la famiglia estesa, più tipica delle culture collettiviste, in cui più nuclei familiari di parenti convivono o mantengono forti legami;
  • la famiglia monoparentale, cioè composta da un solo genitore;
  • la famiglia ricostituita, cioè composta da persone che hanno avuto figli da precedenti relazioni e creano un nuovo nucleo familiare;
  • la famiglia omogenitoriale, cioè composta da due genitori appartenenti allo stesso sesso.

Anche le coppie sposate senza figli e quelle che crescono bambini adottati o affidati sono considerate unità familiari in molti Paesi.
Da un punto di vista istituzionale, la Dichiarazione dei diritti umani (1948) considera la famiglia in senso aristotelico, descrivendola come «il nucleo naturale e fondamentale della società». Al di là della struttura familiare all’interno della quale ci si vuole e ci si può legalmente riconoscere, questa visione sottolinea l’importanza di essere costruttori partecipi e responsabili della società.

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Le complessità della famiglia odierna

Tra le sfide etiche e culturali che caratterizzano il concetto moderno di “famiglia”, particolarmente ampia e complessa è quella determinata dalla diffusione delle cosiddette teorie “gender”, che distinguono il genere biologico dal genere come costrutto culturale. Vi sono teorici che, muovendo dall’analisi dei disturbi dell’identità sessuale, giungono ad affermare esplicitamente che il sesso cromosomico sarebbe irrilevante, mentre ciò che davvero rappresenta l’individuo è la cosiddetta “identità di genere”, frutto di convenzioni sociali. Dall’irrilevanza del sesso genetico deriva l’idea che comportamenti e preferenze sessuali sono frutto di un libero orientamento, slegato dall’identità maschile e femminile. Secondo il cristianesimo, tuttavia, l’identità sessuale si radica e si manifesta sia nell’identità corporea sia in quella spirituale. Negli ambiti della generazione e del matrimonio la differenza sessuale non può essere sostituita da altri tipi di relazione: non è sufficiente, perciò, la dimensione dell’amore o della volontà a determinare la possibilità di contrarre matrimonio e di generare dei figli, ma è necessario rispettare l’ordine presente nella natura biologica.
Tra le ulteriori complessità della famiglia moderna, si può osservare anche un maggiore cinismo verso il valore della fedeltà nelle relazioni e nel matrimonio, con la conseguente tendenza alle relazioni adulterine.
Inoltre, si stanno evolvendo nuovi modi di concepire e dare forma ai nuclei affettivi, come la convivenza di fatto, e le difficoltà lavorative ed economiche attuali non permettono ai giovani adulti di prendersi cura degli anziani, i quali, non più produttivi, vengono lasciati ai margini della società.

FAMILIARIS CONSORTIO, 1981