«Guardare al futuro con speranza equivale ad avere una visione della vita carica di entusiasmo da trasmettere.
Purtroppo, dobbiamo constatare con tristezza che in tante situazioni tale prospettiva viene a mancare. La prima
conseguenza è la perdita del desiderio di trasmettere la vita. A causa dei ritmi di vita frenetici, dei timori
riguardo al futuro, della mancanza di garanzie lavorative e tutele sociali adeguate, di modelli sociali in cui
a dettare l’agenda è la ricerca del profitto anziché la cura delle relazioni, si assiste in vari Paesi a un
preoccupante calo della natalità. […]
L’apertura alla vita con una maternità e paternità responsabile è il progetto che il Creatore ha inscritto nel
cuore e nel corpo degli uomini e delle donne, una missione che il Signore affida agli sposi e al loro amore.
È urgente che, oltre all’impegno legislativo degli Stati, non venga a mancare il sostegno convinto delle comunità
credenti e dell’intera comunità civile in tutte le sue componenti, perché il desiderio dei giovani di generare
nuovi figli e figlie, come frutto della fecondità del loro amore, dà futuro a ogni società ed è questione di
speranza: dipende dalla speranza e genera speranza».
Spes non confundit, Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’anno 2025, n. 9
«Segni di speranza meritano gli anziani, che spesso sperimentano solitudine e senso di abbandono. Valorizzare il tesoro
che sono, la loro esperienza di vita, la sapienza di cui sono portatori e il contributo che sono in grado di offrire, è
un impegno per la comunità cristiana e per la società civile, chiamate a lavorare insieme per l’alleanza tra le generazioni.
Un pensiero particolare rivolgo ai nonni e alle nonne, che rappresentano la trasmissione della fede e della saggezza
di vita alle generazioni più giovani.
Siano sostenuti dalla gratitudine dei figli e dall’amore dei nipoti, che trovano in loro radicamento, comprensione e
incoraggiamento».
Spes non confundit, Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’anno 2025, n. 14