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CHIESA ORTODOSSA
E FAMIGLIA



Nella prospettiva della Chiesa ortodossa, il matrimonio riveste un carattere sacro profondamente radicato nella storia della salvezza.
Esso è percepito come un riflesso dell'unione tra Dio e il suo popolo, un patto di amore e fedeltà. La sua origine si rintraccia nell'atto creatore divino, configurandosi come la forma primordiale della società umana.
Un elemento centrale nella comprensione del matrimonio ortodosso è il ruolo di Maria, rappresentata come Theotókos (Madre di Dio). La sua totale adesione alla volontà del Signore, consentendo l'incarnazione di Gesù Cristo, è vista come un paradigma della comunione tra Dio e l'umanità. Da questa prospettiva, si può intendere la maternità come la vocazione di ogni cristiano a far germogliare Cristo dentro di sé, accogliendo la grazia divina. Allo stesso modo, la paternità è considerata una caratteristica dell'essere stesso di Dio, il quale genera e si prende cura della sua creazione.

Guido Reni, Madonna col Bambino, 1629 circa; Raleigh, North Carolina Museum of Art.

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Alla base del matrimonio

Secondo la dottrina ortodossa, il fondamento di un matrimonio valido risiede nella libera scelta di un uomo e di una donna di unirsi in un legame che per sua natura è inteso come eterno e indissolubile. Questo vincolo non è semplicemente un contratto sociale, ma un sacramento che edifica una “chiesa domestica”, un luogo in cui si anticipa la gioia del Regno di Dio attraverso l'unità profonda (pléroma) degli sposi.
Tuttavia, la libera scelta non è l’unico requisito da soddisfare perché il matrimonio sia riconosciuto. È, infatti, anche necessario che entrambi i nubendi abbiano ricevuto il battesimo, il rito di iniziazione alla vita cristiana. Questo sottolinea la dimensione spirituale e la comune fede come pilastri dell'unione.
È, inoltre, essenziale l'eterosessualità. Le Scritture affermano che marito e moglie non sono più due, ma «un'unica carne» (Genesi 2,24). Questa unità è concepita come l'integrazione del maschile e del femminile, dove la donna è vista come colei in cui l'uomo si rispecchia e trova sostegno e complementarità. Il desiderio sessuale (epithymía), lungi dall'essere considerato unicamente per la gratificazione personale, è visto come un'apertura alla responsabilità genitoriale. I figli sono considerati un dono di Dio e un ponte vitale che rafforza e mantiene uniti il padre e la madre nel loro amore reciproco.
La Chiesa ortodossa è contraria al divorzio, ma riconosce delle eccezioni: soltanto il vescovo ha l'autorità di valutare e concedere nuove nozze secondo princìpi di solubilità per bona gratia Secondo il Codice di Giustiniano, VI secolo, per motivi non imputabili ai coniugi. (per grazia benevola) o solubilità cum damno Il coniuge colpevole deve sottostare a una sanzione. (con danno spirituale), applicati con discernimento e misericordia in situazioni particolari.

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