Nel libro della Genesi si racconta che era nei piani di Dio offrire all'uomo una figura a lui complementare e di pari dignità, con il compito di sostenerlo,
aiutarlo e accompagnarlo nel percorso della vita: la donna (Genesi 2). L'uomo e la donna costituiscono due modi che l'essere umano ha di realizzare la
partecipazione all'essere divino. Sono creati a immagine di Dio (Genesi 1, 27), che è amore, e attuano compiutamente questa vocazione non solo come persone
singole, ma anche come coppia e famiglia. Questa concezione è condivisa dal cristianesimo.
Nell'ebraismo la persona è considerata come unione di basar (la carne, il corpo), nefesh (l'anima) e ruah (l'energia vitale del soffio di Dio, la relazione
immediata tra l'uomo e il Dio creatore).
Il valore della vita è uno degli aspetti centrali della fede ebraica. Sessualità e matrimonio, con la loro capacità di produrre una nuova vita, rappresentano
una nuova forza contro la morte. L'unione tra uomo e donna è innanzitutto spirituale. La sessualità mira all'incontro, al benessere della coppia e alla
serenità della famiglia, così come alla realizzazione del progetto di Dio, che incita a essere fecondi (Genesi 1, 28).
La cerimonia del matrimonio ebraico prevede diversi elementi rituali importanti:
Il matrimonio può essere sciolto quando sussistano fatti gravi o vi sia impossibilità di continuare la convivenza. Nel matrimonio assume particolare importanza il valore della fedeltà, che è anche fedeltà dell'Alleanza. Dio sposa Israele donandogli amore (hesed), fedeltà (emunah), incontro personale e integrale (da’ah), ovvero quei doni che caratterizzano un matrimonio autentico.