In un mondo in rapida trasformazione, dove l'incertezza sembra dominare il futuro, giovani e meno giovani si trovano spesso a navigare in un mare di sfide. La mancanza di opportunità di lavoro, la precarietà e la difficoltà nel realizzare i propri sogni possono generare un senso di smarrimento e disillusione. In questo contesto, l'appello di papa Francesco risuona come un faro di speranza, un invito a non arrendersi e a credere in un futuro migliore.
Tuttavia, oggi il mercato del lavoro è difficile, la competizione è alta, le opportunità scarse.
Dovere di una società coesa, che ha a cuore il bene comune, è quello di non abbandonare sia i giovani (investendo nella loro formazione, perché si creino le condizioni per un lavoro dignitoso e stabile) sia i numerosi disoccupati in età avanzata che si sono trovati, per cause varie, senza lavoro: occorre permettere a tutti di non essere condannati alla disoccupazione o a lavori precari e mal pagati.
Per quanto riguarda i giovani in particolare, offrire loro opportunità di crescita professionale e personale significa investire sul futuro del nostro mondo.
La speranza, che guarda oltre le difficoltà del presente, è un elemento fondamentale per affrontare le sfide del presente e costruire un domani migliore. La speranza non è un'illusione, ma una forza che ci spinge ad agire, a lottare per i nostri ideali e a non arrenderci di fronte alle difficoltà. Coltivarla e trasmetterla è un dovere civile, prima ancora che cristiano, perché solo così si porterà avanti il cambiamento.
Dal canto loro, tutti coloro che sono alla ricerca di un lavoro che non sia solo a fini di sostentamento ma di realizzazione personale, devono trovare la forza e la motivazione per seguire le proprie passioni e impegnarsi per un mondo più giusto e solidale. Questo comporta essere creativi, coraggiosi, artigiani di speranza.
In un mondo segnato da conflitti e divisioni, la miccia per accendere la speranza viene dall’unità e dalla collaborazione tra giovani e anziani per costruire un futuro di pace e prosperità per tutti, nel quale nessuno rimanga indietro, perché ogni persona è preziosa e ha un contributo da offrire.


Piero del Pollaiolo, Speranza, 1469-1472; Firenze, Galleria degli Uffizi.