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GESÙ,
PORTATORE DI MISERICORDIA
Santa Cristina dona gli idoli d'oro del padre ai poveri, prima metà del XVII secolo; Varsavia, Warsaw National Museum.




Descrizione dell'immagine

L’azione concreta dell’amore divino, secondo il credo ebraico-cristiano, si concretizza nell’invio di un Messia La parola viene dall’ebraico mashiah, in greco Christós, termine che indica colui che, scelto da Dio, viene consacrato per una missione, attraverso l’unzione con l’olio. destinato a portare la salvezza eterna.
L’attesa messianica dura ancora per gli ebrei, mentre, secondo la fede cristiana, ha avuto compimento con Gesù di Nazareth, che i fedeli ritengono il CristoÈ l’equivalente greco del termine ebraico mashiah che significa “unto”, cioè consacrato da Dio per una particolare missione. Già tra i primi cristiani, il termine “Cristo” passa dall’essere un semplice aggettivo a un nome proprio: da “Gesù il Cristo” si passa quindi a parlare di “Gesù Cristo”. , incarnatosi e sacrificatosi con la morte in croce per la salvezza dell’umanità.
Gesù si presenta come il volto visibile del Padre: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto» (Giovanni 14, 6-7).
Giovanni nel suo Vangelo, al capitolo 1, 18, dice che l’uomo non può vedere Dio, tuttavia, i cristiani possono incontrarlo nella fede in Gesù come Figlio di Dio. L’apostolo riprende il concetto nella sua Prima lettera, dove ricorda che Egli è amore e che, proprio in nome dell’amore per l’umanità, ha mandato il Figlio a redimerla. Egli vuole il bene delle sue creature e le sue creature, secondo quanto Cristo ha insegnato, devono amarsi fra loro: «Chi, infatti, non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede» (1 Giovanni 4, 20).

Albert Edelfelt, Gesù lava i piedi ai suoi discepoli, 1898; Stoccolma, Nationalmuseum.



Il Comandamento dell’amore

Nel corso della sua vita pubblica, Gesù si è posto in continuità con l’Antico Testamento, dichiarando di essere venuto a dare pieno compimento alla Legge divina e annunciando che chi avesse osservati e trasmessi i suoi precetti sarebbe entrato nel Regno dei cieli (Matteo 5, 17-19). Il suo messaggio si mantiene fedele al Decalogo ricevuto da Mosè sul Sinai (Esodo 20, 2-17). Tuttavia, non lo interpreta in modo formale, astratto e legalista, come spesso facevano scribi e dottori della Legge del suo tempo. Invece, lo segue con un’adesione intima e azioni concrete che realizzano e valorizzano autenticamente la Legge, manifestando la misericordia del Padre. I Dieci Comandamenti guidano l’uomo verso l’amore per Dio, per sé stesso e per gli altri. «Amerai il tuo prossimo come te stesso» (Levitico 19, 18 ) è il principio fondamentale dell’alleanza tra Dio e il suo popolo e tra i membri stessi del popolo. Gesù eleva questo precetto affermando: «Vi do un Comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi […]» (Giovanni 13, 34). In questo Comandamento si condensano tutte le esigenze etiche del Decalogo e si compie la Legge divina. Gesù infrange ogni falsa sicurezza: non basta accumulare buone azioni per adempiere il precetto, ma occorre essere sempre più a immagine del Padre.

Ferdinand Bol, Mosè scende dal monte Sinai con i Dieci Comandamenti, 1662; Amsterdam, Royal Palace.

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