“Chi è l’altro?” è una domanda che interpella quotidianamente la nostra epoca, segnata da intensi flussi migratori. Nel mondo contemporaneo, moltitudini di persone abbandonano le proprie terre per fuggire da povertà, oppressione, persecuzioni e crisi climatiche. Negli ultimi decenni, le principali mete di questi spostamenti sono l’Europa occidentale, il Nord America, l’Australia. In questi luoghi, gli sfollati cercano opportunità lavorative e condizioni di vita migliori.
Sulle coste dell’Italia sbarcano soprattutto migranti provenienti dall’Africa, un fenomeno che alimenta accesi dibattiti politici e sociali. La presenza di stranieri genera spesso reazioni complesse nella società ospitante, che possono manifestarsi attraverso critiche alla classe politica, fenomeni di emarginazione e ostilità. Spesso lo straniero viene percepito come una potenziale minaccia, alimentando atteggiamenti intolleranti radicati nella xenofobia Dal greco xénos, “straniero” e phóbos, “paura”. È l'avversione indiscriminata verso lo straniero e tutto ciò che proviene dall'estero. e nel razzismo. È l’infondata convinzione dell’esistenza di razze "superiori" e "inferiori".
Come osserva papa Francesco: «L’ideale sarebbe evitare le migrazioni non necessarie e a tale scopo la strada è creare nei Paesi di origine la possibilità concreta di vivere e di crescere con dignità […]. Ma, finché non ci sono seri progressi in questa direzione, è nostro dovere rispettare il diritto di ogni essere umano di trovare un luogo dove poter non solo soddisfare i suoi bisogni primari e quelli della sua famiglia, ma anche realizzarsi pienamente come persona. I nostri sforzi nei confronti delle persone migranti che arrivano si possono riassumere in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare» (Fratelli tutti, n. 129). Purtroppo, questo non è un atteggiamento diffuso. Le nostre relazioni con gli stranieri sono piuttosto condizionate dai pregiudizi, ovvero opinioni preconcette non basate su fatti concreti, che tendono a manifestarsi principalmente in forma negativa.
La legge italiana sull’immigrazione è regolata principalmente dal Decreto Legislativo n. 286
del 25 luglio 1998, noto come Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero. Questo decreto è stato aggiornato più volte, l’ultima con il
Decreto legge n. 131 del 16 settembre 2024, convertito dalla legge n. 1662 del 14 novembre 2024. Il Testo unico copre vari aspetti dell’immigrazione,
tra cui: ingresso, soggiorno e allontanamento dal territorio dello Stato, disciplina del lavoro per gli stranieri, diritto all’unità familiare e tutela
dei minori, disposizioni in materia sanitaria, istruzione, alloggio, partecipazione alla vita pubblica e integrazione sociale.
Inoltre, il Decreto legge n. 20 del 10 marzo 2023, noto come Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione
e contrasto all’immigrazione irregolare e convertito nella legge n. 50 del 5 maggio 2023, stabilisce norme e regolamenti per il controllo e la gestione dei flussi
migratori in Italia, inclusi i requisiti per ottenere un visto di lavoro e misure per contrastare l’immigrazione irregolare.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato per la prima volta nel 2002 la Giornata Mondiale della Diversità Culturale per il Dialogo
e lo Sviluppo, che si tiene da allora ogni anno il 21 maggio, per celebrare non solo la ricchezza delle culture del mondo, ma anche il ruolo essenziale
del dialogo interculturale per il raggiungimento della pace e lo sviluppo. Questa celebrazione è stata inaugurata in seguito all’adozione da parte
dell’UNESCO della Dichiarazione universale sulla diversità culturale del 2001, riconoscendo la necessità di «accrescere il potenziale della cultura
come mezzo per raggiungere prosperità, sviluppo sostenibile».
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati
(UNHCR) si adopera per aiutare chi è costretto a lasciare il proprio Paese d’origine. Il Commissario di questo ente, Filippo Grandi, ha incontrato papa Francesco il 16 aprile 2021
in un’udienza privata per un confronto sui bisogni di queste persone: in quell’occasione si è sottolineata l’importanza di rafforzare una salda cooperazione tra la Santa Sede e l’UNHCR,
a favore della tutela dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Presso la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) è attivo un Organismo Pastorale che si dedica alle migrazioni: la
Fondazione Migrantes,
impegnata a «promuovere nelle comunità cristiane atteggiamenti e opere di fraterna accoglienza nei loro riguardi, per stimolare nella società civile la comprensione
e la valorizzazione della loro identità in un clima di pacifica convivenza» (Statuto, art. 1). L’UNHCR e la Chiesa condividono, dunque, una visione di governance
globale della migrazione forzata basata su vicinanza e solidarietà.