Nel febbraio 2019 si verificò un evento storico: per la prima volta un Pontefice, papa Francesco, visitò la Penisola araba e firmò ad Abu Dhabi, con il Grande Imam
della moschea di Al-Azhar, Ahmad al-Tayyeb, il Documento
sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, una pietra miliare nel dialogo interreligioso.
Per dare concretezza alle aspirazioni del Documento, poco tempo dopo venne istituito l’Alto Comitato per la Fratellanza Umana. Esso annovera tra le sue iniziative principali
l’istituzione di una Casa famiglia abramitica (“Abrahamic Family House”) sull’Isola Saadiyat, ad Abu Dhabi, che include una sinagoga, una chiesa e una moschea, simboleggiando
l’unità delle tre religioni monoteiste che riconoscono Abramo come patriarca.
Il Comitato si occupa anche di assegnare il Premio Zayed per la Fratellanza Umana, riconoscendo l’impegno di individui e organizzazioni il cui lavoro si è distinto in quest’ambito.
Il 21 dicembre 2020, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 4 febbraio, data che commemora l’incontro tra il Papa e il Grande Imam,
Giornata Internazionale
della Fratellanza Umana. La prima celebrazione, svoltasi virtualmente a causa della pandemia dovuta al Covid-19, ha visto la partecipazione di figure di spicco come lo sceicco
Mohammed Bin Zayed, il Grande Imam Ahmad al-Tayyeb e il segretario generale dell’ONU António Guterres. Nel suo intervento, il Pontefice ha sottolineato l’essenza comune di tutte
le fedi: l’adorazione di Dio e l’amore per il prossimo. Ha inoltre incoraggiato i fedeli a sostenere i valori della fratellanza con la preghiera e l’impegno quotidiano, ed espresso
soddisfazione per la crescente propensione al confronto tra fedi, culture e nazionalità diverse, sostenuto anche dalle Nazioni Unite.
Gran moschea dello sceicco Zayed, Abu Dhabi.
A cinque anni dalla firma del Documento sulla Fratellanza Umana e a quasi uno dall’inaugurazione dell’“Abrahamic Family House”, nel 2024 Abu Dhabi ha ospitato l’evento celebrativo
“Human Fraternity Majlis”. Nella capitale degli Emirati Arabi Uniti si sono riuniti quanti portano avanti il messaggio contenuto nella Dichiarazione del 2019.
Nell’occasione il ministro emiratino per la tolleranza e la coesistenza, Sheikh Nahyan bin Mubarak al-Nahyan ha affermato: «La diversità è un dato di fatto, il nostro coinvolgimento con essa no.
La fratellanza umana ci dona il coraggio di interagire con la diversità, non elimina le differenze ma le abbraccia».
La moschea dell’Abrahamic Family House, Abu Dhabi.
Questa iniziativa si inserisce in un più ampio contesto storico di promozione della pace e della dignità umana. Già la Dichiarazione universale dei diritti umani
del 1948 affermava l’uguaglianza e la libertà di tutti gli esseri umani, princìpi poi ribaditi nel Patto internazionale sui diritti civili e politici entrato in vigore nel 1976 e nella Convenzione
internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989, che sottolinea l’importanza di tutelare anche i diritti dei minori, facenti parte anch’essi dell’unica famiglia umana.
Un ulteriore passo significativo fu compiuto nel 1993, quando la Fondazione per l’Etica Mondiale (Weltethos Stiftung) riunì a Chicago rappresentanti di diverse religioni per elaborare un documento
complementare alla Dichiarazione del 1948, il cui obiettivo era identificare valori morali universali che promuovessero la pace globale, superando le differenze religiose.
Più recentemente, a Roma, in occasione della Settimana Mondiale dell’Armonia Interreligiosa e della Giornata Internazionale della Fratellanza Umana del 2025, che cade durante il Giubileo della speranza,
su iniziativa del Senatore Pier Ferdinando Casini, si è tenuto il convegno Cooperazione Interreligiosa: Fondamento per la Fraternità Umana e la Cultura per la Pace. Anche in questa circostanza il dialogo
si è focalizzato sulla necessità di superare pregiudizi e discriminazioni, promuovendo invece la solidarietà, l’inclusione e la cooperazione globale per affrontare sfide comuni quali conflitti,
disuguaglianze e crisi ambientale.