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2 novembre

La Commemorazione dei defunti è una ricorrenza cattolica.

È il giorno dedicato alla memoria di tutti i defunti e consacrato alla preghiera in loro onore. Si celebra il 2 novembre, giorno successivo alla solennità di Ognissanti. È una ricorrenza molto sentita, ma non figura nel calendario come festività civile.

Il colore liturgico è il viola, lo stesso utilizzato durante la celebrazione delle esequie e durante la Quaresima, in linea con il carattere funereo che questa ricorrenza ha assunto nell’Occidente moderno.

La necessità spirituale di onorare i propri defunti e di perpetuarne la memoria è qualcosa di ancestrale che risale alle epoche più remote, ma la commemorazione liturgica di tutti i fedeli defunti in epoca cristiana risale al X secolo e all’ambiente monastico.

Il rito prese avvio da un abate di Cluny, il maggiore centro monastico del Medioevo, e venne esteso a tutta la Chiesa cattolica attorno al XIV secolo. Venne chiamato inizialmente Anniversarium omnium animarum.

Per i cristiani la morte non costituisce il destino finale dell’uomo. Si prega per tutti i defunti per sostenere l’opera della loro salvezza eterna.

Durante questa giornata è consuetudine partecipare alla messa in suffragio dei defunti, andare in processione al cimitero e in tale occasione assistere alla benedizione delle tombe.

I camposanti si riempiono di ceri accesi e di fiori, in particolare di crisantemi che fioriscono in prossimità della celebrazione, ma la cui simbologia tradizionale rimanda alla vitalità e alla gioia.

Le tradizioni che ancor oggi si mantengono hanno un filo conduttore che nasce dall’antica credenza popolare secondo la quale i morti, in questo giorno, tornano a far visita ai propri cari. Perciò i riti praticati in diverse parti d’Italia fanno riferimento a questo ritorno e alla loro accoglienza: si preparano brocche d’acqua e si lasciano tavole imbandite per il ristoro delle anime.

In Sicilia la commemorazione è particolarmente sentita e nella rievocazione dei parenti e degli amici scomparsi non c’è nessuna mestizia, ma gioia. Si pensa che i morti scendano dentro le case dei vivi per portare ai bambini doni e dolciumi come bambole di zucchero o frutta martorana. La morte viene celebrata e privata di ogni tabù.