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Marzo/aprile

È una celebrazione comune a tutto il mondo cristiano. Nelle zone in cui non cresce l’ulivo, come l’Europa settentrionale, i rametti sono sostituiti da fiori e foglie intrecciate.

Questa celebrazione ricorda l’ingresso a Gerusalemme di Gesù che, come raccontato nel Vangelo, venne accolto da una folla festante che agitava rami di palma e lo acclamava dicendo: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!» (Matteo 21, 9).

Cade durante la Quaresima e segna l’inizio della Settimana Santa. La processione delle palme nacque a Gerusalemme, diffondendosi prima in Oriente e solo più tardi in Europa.

La commemorazione di questo evento avviene tramite un rito ben preciso: i sacerdoti benedicono i rami di ulivo o di palma che, dopo una processione, vengono portati all’interno della chiesa per la celebrazione della messa.

La liturgia si caratterizza per il racconto della Passione di Gesù, letto in maniera alternata da tre persone. Al termine i fedeli portano a casa i rametti di ulivo e di palma benedetti per distribuirli ad amici e parenti come simbolo di pace.

Il simbolismo delle palme e dei rami di ulivo è estremamente significativo. La palma con le sue foglie simili a raggi del sole è emblema del divino e della vittoria; cioè la vittoria di Gesù sulla morte. L’iconografia successiva ha utilizzato la palma ricalcando questo significato: i martiri reggono in mano una palma, simbolo della loro vittoria spirituale sulla morte.

I rami d’olivo non sono esplicitamente nominati nel racconto evangelico ma nel corso del Medioevo si diffuse una leggenda secondo la quale da un olivo nato sulla tomba di Adamo sarebbe stato tagliato il legno della croce di Gesù. L’olivo è diventato simbolo della croce e di Cristo.

L’olivo, inoltre, è una pianta sacra perché dal suo frutto si ricava l’olio, il crisma che viene usato in molte liturgie cristiane.

Papa Francesco ha definito la Domenica delle Palme una celebrazione dal sapore dolce e amaro, gioiosa e dolorosa, perché in essa si celebra «il Signore che entra osannato in Gerusalemme e, nello stesso tempo, viene proclamato il racconto evangelico della sua Passione».